Secondo uno stereotipo piuttosto diffuso, spesso i compositori vengono immaginati come "eremiti" chiusi nel loro studio a scrivere musica. Cosa ha significato realmente per loro il recente periodo di lockdown?
Al di là degli stereotipi, i compositori - come altre figure professionali creative abituate a lunghi periodi di lavoro intellettuale e di introspezione - hanno proprio in virtù di questa consuetudine una certa familiarità con la condizione dell’isolamento, in un certo senso dell’”esilio”. Chiaramente ci siamo trovati di fronte ad un isolamento forzato, di natura completamente diversa da ogni altra situazione già vissuta. L’aspetto positivo è stato rappresentato dal fatto che la cessazione delle attività ha dato luogo, psicologicamente, ad una sospensione temporale: i termini del futuro immediato si sono dissolti per essere proiettati in un futuro remoto. Se naturalmente questo ha creato degli enormi disagi da un punto di vista economico e pragmatico, ha favorito a livello psicologico il lavoro creativo di molto compositori, distendendone le tempistiche.
La International Young Composers Academy giunge quest'anno alla sua 4a edizione. Come è cresciuta negli anni questa realtà?
In questi 4 anni la International Young Composers Academy è cresciuta enormemente grazie ad un’offerta che progressivamente si è sempre più evoluta. Nel corso di queste 4 edizioni abbiamo proposto soluzioni sempre diverse, ma sempre attrattive agli occhi dei giovani compositori di ogni angolo del pianeta. Ritengo sia stato molto importante in particolare, oltre che giusto, aver offerto e continuare ad offrire la possibilità di lavorare con ensemble di spicco del mondo della contemporanea, a partire dai Neue Vocalsolistem Stuttgart – gruppo leader a livello di musica vocale, per passare poi all’Ensemble Modern di Francoforte, arrivando quest’anno alla collaborazione con il Quatuor Diotima, quartetto d’archi di riferimento nell’ambito della nuova musica. Abbiamo elaborato un modello stabile e costante nel tempo: accanto all’ensemble in residence ogni anno invitiamo due professori che coordinano la parte più didattica dell’Academy. Questa “stabilità” unita alla variazione, di anno in anno, dei contenuti, ha conferito all’Accademia una reputazione solida, che ha alimentato l’interesse di giovani compositori già affermati nel panorama internazionale della contemporanea. I partecipanti di questa edizione formano una rosa di giovani professionisti, dunque di giovani colleghi rispetto a noi compositori con qualche anno in più di esperienza. Auspico che per il futuro si possa ampliare il parco dei professori invitati e che si riesca ad organizzare un sistema di borse di studio che sollevi ogni partecipante da qualsiasi costo. Ma questo è un progetto a cui stiamo lavorando già da molti anni.
Quest'anno lei è affiancato dalla compositrice Francesca Verunelli e dal Quatuor Diotima. Com’è nato il progetto comune che vi vede collaborare ora a Ticino Musica?
Solitamente cerco di scegliere ensemble in residence e guest professor anche sulla base di una collaborazione pregressa. Questo ovviamente non è vincolante, ma trovo sia importante mostrare come determinate sinergie possano essere la base di un lavoro fruttuoso, produttivo di output artistici ed intellettuali di alto livello. Francesca Verunelli, compositrice italiana di grande talento e di grande fama, molto attiva in Francia ed in Germania, ha già collaborato in passato con il Quatuor Diotima. Su questa base ho cercato di costruire una costellazione che potesse dar vita ad uno sviluppo di energie già vivide, di un’intesa già collaudata.
La International Young Composers Academy 2020 si sta svolgendo nella sua interezza secondo una modalità online. Che sforzo ha comportato e comporta questo tipo di organizzazione “nuova”?
Uno sforzo titanico! S tratta semplicemente di organizzare e coordinare dei team di lavoro: uno a Parigi, sede del Quatuor Diotima, ed uno internazionale al fine di gestire un’infrastruttura digitale attraverso la quale tutti i collegamenti siano possibili. Attraverso questa piattaforma realizziamo le lezioni individuali, ma anche le prove dal vivo, alla presenza del Quatuor Diotima e dei giovani compositori, i quali hanno presentato opere nuove, elaborate appositamente ed esclusivamente per essere discusse e perfezionate nell’ambito dell’Academy. Il tutto si svolge sotto la supervisione dei professori. Per realizzare in maniera funzionale tutto ciò sono necessarie tecnologie altamente professionali, nonché una regia che permetta sia ai partecipanti attivi che agli spettatori coinvolti di essere proiettati “dentro” le prove, come se fossero proprio lì, seduti accanto ai membri del Quatuor Diotima. Trovo che sia un’impresa alquanto eroica! Ciononostante ho lottato con tutto il cuore e l’anima affinché tutto ciò venisse portato a realizzazione concreta, sulla base di due ragioni fondamentali: il fatto di garantire ai giovani compositori già iscritti un obiettivo importante, ed il permettere a tutti i musicisti coinvolti di mantenere un impegno lavorativo già fissato, in un periodo di così grande precarietà, “letale” specialmente per la nostra categoria di professionisti del mondo artistico.