Intervista agli strumentisti dell’Opera Studio

20 luglio 2014

Cosa rappresentano per voi Ticino Musica e l’Opera studio all’interno del vostro percorso formativo e professionale?

Ticino Musica rappresenta un incontro tra musicisti e artisti internazionali, una possibilità di trovare un’ispirazione e scambiare le idee con le persone provenienti da diverse culture, formazioni e generazioni. Con il progetto dell’Opera Studio Ticino Musica incrementa in noi strumentisti la conoscenza del lavoro in contesto operistico, approfondendo in particolare l’esperienza rispetto all’opera del periodo classico. E’ inoltre un’occasione per mettersi alla prova con il proprio strumento in relazione al canto e al tipo di scrittura mozartiana, nonché una splendida occasione per lavorare a stretto contatto con musicisti professionisti e illuminanti come Umberto Finazzi.

Rispetto ad altre esperienze orchestrali, liriche o di ensemble, qual è per voi la peculiarità dell’Opera studio, cosa ritenete unico o speciale nell’ambito di questa esperienza?

L’Opera Studio è forse “più speciale” degli altri progetti in virtù della sua struttura, del calendario dei lavori: con 8-9 giorni di prove si possono approfondire molti dettagli, molti aspetti dell’opera lirica che in altri ambiti vengono tralasciati, come ad esempio la stretta relazione tra testo e musica. Troviamo molto speciale inoltre il fatto di suonare un’opera cosi complessa e ricca a parti reali (una voce per ogni strumento), poiché in questo modo il proprio strumento ha la possibilità di diventare un vero personaggio della storia, con la propria voce e il proprio carattere. Questo pone un grado di difficoltà in più rispetto al suonare un’opera dello stesso calibro all’interno di un’orchestra di grandi dimensioni. Qui bisogna raggiungere un perfetto equilibrio tra il lavoro del singolo e l’armonia dell’insieme.

Il Don Giovanni di Mozart: quali sono da un lato le difficoltà, dall’altro le emozioni che pone il fatto di affrontare un capolavoro di tale grandezza?

La difficoltà sta innanzitutto nella responsabilità di suonare Don Giovanni come voleva Mozart, che scrive tutto con chiarezza, lucidità e trasparenza. Questo pone, in alcuni passaggi, difficoltà nel suonare perfettamente insieme. Capire bene il fraseggio e la struttura di ogni aria rappresenta una sfida.

Un’altra grande difficoltà risiede proprio nella particolarità del progetto: l’esecuzione a parti reali di un lavoro così elaborato e ricco di idee musicali. Tutto è “ridotto” all’abilità dei 12 musicisti, che tra di loro devono trovare un giusto equilibrio tra timbro e sonorità in un comune linguaggio musicale.

L’emozione più grande è data dalle stesse note di Mozart. Definirlo emozionante è comunque poco.

Per coloro i quali hanno per il secondo anno hanno vinto il concorso per già partecipare all’Opera studio, come ci si sente a “ritrovarsi” con un anno di esperienza in più? 

Per molti di noi, avendo già suonato per l’Opera Studio nella passata edizione, c’è sicuramente più intesa, tra di noi e con i direttori, molto attenti alle nostre esigenze. Questo rende il lavoro ancora più piacevole, sia per il fatto di collaborare con giovani professionisti, sia per il fatto di essere coordinati da musicisti affermati come Umberto Finazzi. Tornare, o arrivare, per i “nuovi”, con una certa esperienza alle spalle, e sulla base di questa doversi confrontare con gli altri in vista di un obiettivo comune, implica un forte senso di responsabilità, ci porta ad essere ciascuno molto esigente rispetto al proprio lavoro personale.

 

Prossime recite del  Don Giovanni: Ascona (Teatro San Materno, 22 e 23 luglio) e Lugano (Palazzo dei Congressi, 27 luglio).

Per informazioni e prenotazioni scrivere a ticinomusica@bluewin.ch o telefonare allo 091 980 09 72.