Ticino Musica è agli sgoccioli e lo notiamo anche perché si avvicina il concerto “Carta bianca agli ottoni”, tradizionale appuntamento dell’ultima serata di Festival con grandi maestri e giovani promesse. Quest’anno i maestri delle classi di tromba, trombone e tuba si presentano insieme ai loro studenti dell’Academy e all’ensemble in residence di Ticino Musica 2024 Lutetia Trombone Quartet. Ne approfittiamo per scambiare due parole con il maestro di tromba Frits Damrow.
Com'è scattata la scintilla con la tromba? È stato amore a prima vista?
Sì, si può dire che è stato amore a prima vista. Un mio compagno di scuola suonava la tromba. Quando me l'ha mostrata sono rimasto completamente ipnotizzato dal suono e da questo strumento scintillante. Tornato a casa ho detto ai miei genitori che volevo suonare anch'io la tromba. Avevo 9 anni. Così ho iniziato a suonarla, è stato molto semplice.
A soli 21 anni hai iniziato il lavoro come prima tromba della Radio Symphony Orchestra of the Netherlands. Come hai coordinato il passaggio dagli studi alla professione?
Molto presto, quando avevo 17 anni, ho iniziato a suonare nelle orchestre come sostituto. Ho suonato molto, anche in brass band e così via, molto. In qualche modo era abbastanza logico che finissi in un posto fisso. Ma sono rimasto molto sorpreso anche quando ho ottenuto il mio primo lavoro. Ero andato all'audizione e il giorno dopo il direttore dell'Orchestra Sinfonica della Radio mi aveva chiamato e detto: “Congratulazioni signor Damrow! Ha ottenuto il posto!”. Sono rimasto senza parole. Allora ho telefonato al mio insegnante e gli ho detto: “Ho vinto il posto ma non posso farlo!” e lui mi ha tranquillizzato. La combinazione di studio e lavoro ha funzionato. Penso che sia stata una buona combinazione perché il mio insegnante mi preparava per i programmi dell'orchestra. Ho avuto un sostegno ed è stato un bene.
Che consigli ti senti di dare ai giovani musicisti del giorno d'oggi agli inizi della loro carriera?
Penso che il panorama musicale sia in costante cambiamento. Un tempo molti volevano posizioni orchestrali ma oggi non è così facile ottenerne una. Penso che i giovani dovrebbero orientarsi in modo più versatile, in modo da avere diverse opzioni, diversi punti fermi, e non concentrarsi su un unico obiettivo. Un mix di musica da camera, insegnamento e musica orchestrale. Ma anche direzioni completamente diverse, come la realizzazione di arrangiamenti o adattamenti, o un po' di direzione d'orchestra. Le possibilità che abbiamo come musicisti sono davvero tante. Anche con internet e la rete internazionale, ci sono più opportunità di prima. Quindi, se fossi giovane, mi orienterei verso molte cose diverse.
Che ruolo svolgono le masterclass e in particolare Ticino Musica nella tua carriera?
In estate frequentavo le masterclass e ho imparato molto da insegnanti molto bravi. Penso anche che ora, per le giovani generazioni, sia molto importante ricevere input diversi per orientarsi. Anche per conoscere gli altri studenti, cosa fanno, quali problemi hanno e per fare un po' di networking. Molti di loro si incontrano di nuovo, prima o poi. È incredibilmente importante nella musica. Certo, oggi è tutto più facile con internet, ma la cosa migliore è sempre il contatto personale. Penso anche che questo sia il bello di Ticino Musica, questa versatilità, il fatto che ci sia questo opera studio, e per tutti gli strumenti, non solo per i fiati. Qui c'è tutto. Il programma è così vario. E tutti questi concerti. Ci sono decine di concerti in queste settimane, tanti ogni giorno in molti luoghi diversi. Il tutto in un'atmosfera piacevole. Un'offerta del genere è unica. Alessia e Gabor fanno un ottimo lavoro, hanno molta esperienza e organizzano tutto senza andare in panico. Con così tante persone c'è sempre qualcosa, ma funziona come una macchina.
Come si prospetta il concerto del 30 luglio, che ti vede affiancato dagli altri due grandi maestri Vincent Lepape e Ricardo Carvalhoso, il giovane ensemble Lutetia Trombone Quartet, i giovani maestri dell'Academy e Marco Cadario al pianoforte?
Ci sarà un mix variopinto di pezzi d'insieme e anche qualche pezzo solista con pianoforte. Vogliamo che tutti gli studenti di ottoni suonino. Anche noi insegnanti suoneremo alcuni pezzi solisti e avremo anche un grande ensemble di ottoni. Un mix variopinto.