Danilo Rossi è uno dei grandi della viola. Dopo una vita dedicata allo strumento scrive il libro “Viola d'amore”, una biografia dal tono personale che vuole fare il punto di quel che è avvenuto fin’ora nella sua vita da musicista. Il 29 luglio alle ore 21.00, nell’ambito del Festival Ticino Musica, Danilo Rossi sarà il protagonista dell’evento “Recital di viola con presentazione del libro “Viola d’amore”. Ne parliamo con lui.
Com'è nata la voglia di scrivere il libro "Viola d'amore"?
Volevo divertirmi raccontando le cose che ho vissuto. E con Paola Zonca, che è stata in contatto con la Scala tanto tempo e conosceva benissimo le storie, i fatti, gli aneddoti, ci siamo divertiti come pazzi a riraccontarceli.
Anche il piacere di parlare degli incontri, che sono la cosa più importante. Non è tanto importante quello che io ho fatto, quanto piuttosto aver avuto la fortuna di lavorare, di collaborare, di suonare con i più grandi, i quali tutti praticamente mi hanno voluto un gran bene. E poi ovviamente c’è un po’ di storia, un percorso fatto da bambino, da quando avevo 3 anni, che è abbastanza singolare tutto sommato.
Cosa rende questa biografia speciale?
Intanto probabilmente il linguaggio, Paola è stata bravissima. Infatti tutti quelli che mi scrivono mi dicono “leggendo il tuo libro mi sembra di sentire la tua voce”.
Poi di solito le biografie si fanno da morti, quindi non volevo aspettare quel momento. Allora ho pensato, per divertirsi e far divertire, di buttare giù questa cosa.
E parlare dei grandi, di queste icone che sembrano intoccabili, e invece… in tanti c’è molto da imparare di musica ma non è che ci sia molto da imparare dal punto di vista umano. Ci sono anche giudizi che io do avendo 40 anni di esperienza e posso anche permettermi di darli. Se va bene o non va bene, è quello che penso e quindi non c’è problema.
Che ruolo ha avuto l'insegnamento nella tua vita?
L’insegnamento è una parte importante della mia vita perché l’ho sempre fatto con grandissimo amore e rispetto per gli studenti. Io sono convinto di questo: tutti possiamo suonare. Basta avere le indicazioni giuste, i maestri giusti che ti instradano presto e bene. Anche lì contano gli incontri. Ovviamente facendo sacrifici, ma ho avuto la fortuna di aver studiato con alcuni dei più grandi maestri: oltre a Fabrizio Merlini, anche Piero Farulli, Dino Asciolla e Yuri Bashmed, che mi hanno voluto proprio tanto bene. Quindi io non posso far altro nel mio piccolo: loro che erano grandissimi hanno dato a me queste opportunità, affetto, tempo, e io almeno devo fare altrettanto.
Sei a Ticino Musica già per la seconda volta. Cosa ti spinge a tornare?
Intanto vedo che ci sono mille occasioni di sentire i ragazzi, mille concerti e tanti colleghi bravissimi. Ogni anno c’è una proposta allettante, con borse di studio per gli studenti. Poi Lugano e questa scuola sono la mia seconda casa. E poi abbiamo instaurato un buonissimo rapporto con tutta Ticino Musica e di questo sono molto grato. E il modo di organizzare, non ho mai trovato nessun problema e non è facile. Quindi sempre con un occhio verso gli studenti e poi il piacere di stare con colleghi stupendi.
Il 29 luglio ci sarà il Recital di viola con presentazione del libro. Come hai scelto il programma di quest'evento?
Li ho scelti col piacere di fare le cose che sono state più significative, anche non solamente di classico. Diciamo che più di concerto potremmo chiamarlo concerto con chiacchiere oppure chiacchiere con musica. L’idea è quella.
C’è Stefano Bezzicheri al pianoforte, che è il pianista con cui suono da più di trent’anni e che quest’anno verrà a Ticino Musica per la prima volta, poi c’è Paola Zonca, che ha curato il libro, e Sergio Albertoni, che è una persona che io conosco da tanto tempo, avendo avuto il piacere e l’onore di essere invitato tante volte a Radio 3. La compagnia secondo me è accattivante. Ne sentiremo delle belle, di chiacchiere e anche di musica ovviamente! Non aspettatevi un concerto con i crismi del concerto. Ci sarà un po’ di musica ma ci saranno tante storie da ridere, forse anche da rimanere scioccati per un giudizio dato. Bisogna esserci. Chi non c’è, peggio per lui!
Pubblicato su La Regione, lunedì 29 luglio 2024