Inizia giovedì 18 luglio la tournée della “Rita” di Gaetano Donizetti, produzione 2024 dell’Opera studio internazionale “Silvio Varviso” di Ticino Musica, che fino al 29 luglio farà tappa in 8 località del Ticino e dintorni. Il lavoro dei giovani musicisti partecipanti è guidato da Umberto Finazzi, direttore artistico, e Daniele Piscopo, regista. Abbiamo intervistato quest’ultimo per farci dare qualche anteprima e spunto di riflessione.
Quali sono gli elementi principali che caratterizzano la “Rita” di Donizetti e come li interpreti nella tua messa in scena?
Rita è un'opera particolare, è una delle ultime opere di Donizetti e si caratterizza per avere delle parti recitate, non con il recitativo tradizionale ma con parti di prosa vere e proprie, il che rappresenta uno sforzo maggiore per i cantanti.
Ho riscritto e adattato l'opera in chiave più moderna perché affronta temi delicati come la violenza domestica, sia da parte della donna che dell'uomo. Sebbene sia un'opera comica, il libretto originale usa espressioni che oggi potrebbero risultare alquanto controverse. Come Gasparo, che nella sua aria dice esplicitamente che "si può picchiare la moglie, ma non si de accopar!". Ho trattato il tema con sensibilità e dato molta importanza a questa frase, facendo diventare l'aria di Gasparo uno dei momenti più significativi dell'opera, rendendo omaggio al film straordinario "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi.
Ho utilizzato elementi che di solito vengono trascurati, come il tema ricorrente del mondo acquatico presente nei recitativi originali dell'opera. Ho portato questo ambiente marino sul palcoscenico focalizzandoci gran parte della mia regia e reinterpretandolo in chiave contemporanea.
Inoltre, le mie regie si sviluppano sempre partendo dai cantanti. Parto da un'idea di base, ma durante le prove costruisco la regia intorno alle loro caratteristiche fisiche e abilità. Con diversi cast ogni singola personalità viene esaltata in modo unico, rendendo ogni replica diversa e un'esperienza unica per il pubblico.
Quali sono i principali obiettivi educativi dell’Opera Studio e come si ripercuotono nella carriera dei musicisti che vi partecipano?
L'obiettivo dell'Opera Studio è formare i giovani verso la carriera di cantante lirico, facendo loro apprendere quali sono gli ostacoli e le difficoltà da affrontare, sia dal punto di vista musicale che attoriale. Umberto Finazzi si occupa della parte prettamente musicale, mentre io mi occupo della regia e dei movimenti scenici. La simbiosi tra questi due mondi crea un'armonia all'interno dell'Opera Studio, che aiuta i cantanti ad affrontare il loro percorso di formazione.
Per me, l'obiettivo principale è arrivare alla fine dell'opera con una consapevolezza musicale e fisica del personaggio che si interpreta. È sicuramente una grande crescita e un percorso impegnativo, sia dal punto di vista fisico che mentale. Tuttavia, alla fine, porta a grandi soddisfazioni. Dopo aver studiato a lungo il ruolo, i ragazzi sono pronti a entrare in un teatro e partecipare a una produzione con un bagaglio di competenze molto più solido rispetto a prima.
In 17 edizioni questa Opera Studio ha dato la possibilità a molti giovani di debuttare e alcuni di loro oggi cantano nei grandi teatri e nelle grandi produzioni. Sono sicuro che il ricordo di questa esperienza sia stato di grande aiuto nel loro percorso professionale.
Come può prepararsi il pubblico prima di assistere ad una rappresentazione? Quali emozioni e riflessioni speri che il pubblico porti con sé dopo?
Non credo che il pubblico debba prepararsi a quello che va a vedere, soprattutto nelle commedie e in opere senza una forte componente storica. È importante che la gente possa semplicemente godersi la serata, lasciandosi trasportare dalle emozioni suscitate dai cantanti e dalla scenografia, immergendosi nella bellezza della musica e dell'opera. Spesso, chi arriva con idee preconcette si pone delle barriere che non sono sempre necessarie. Nelle mie regie, cerco sempre di rendere il contenuto del libretto chiaro e accessibile a tutti, evitando di complicare le cose con pensieri filosofici che potrebbero risultare difficili da comprendere per il pubblico.
In questa produzione di 'Rita', spero che il pubblico possa portare a casa qualcosa in più, specialmente riguardo al tema della violenza domestica, sull'ambiente e sul riciclo.
Pubblicato sul Corriere del Ticino, mercoledì 17 luglio 2024