Intervista a Massimiliano Zampetti

25 Oktober 2024

L’Opera Studio internazionale “Silvio Varviso” di Ticino Musica è nel pieno della sua annuale tournée nel Ticino e dintorni. Quest’anno l’opera lirica in programma è la “Rita” di Gaetano Donizetti con la straordinaria partecipazione dell’attore Massimiliano Zampetti. L’abbiamo intervistato per parlare delle impressioni e esperienze.

Come è nata la passione per la recitazione e com'è diventata la tua professione?

La passione è nata guardando film. Mi piacevano alcuni attori e mi sono incuriosito. Ho iniziato un corso di teatro a Milano e da lì è nato un po’ tutto, perché poi con l’attore e regista Coco Leonardi e altri allievi abbiamo creato un’associazione dove facevamo didattica producendo spettacoli. Nel frattempo ho conosciuto Luca Spadaro ed insieme abbiamo avuto una trentennale esperienza di teatro. Dopo è arrivato tutto il resto: collaborazioni con la radio, pubblicità, doppiaggio, speakeraggio, ecc. Sono fortunato perché faccio quello che più mi piace.

Per un attore l'opera lirica è un ambiente abbastanza insolito. Come ti trovi sul palco, circondato da cantanti e musica?

La lirica è un mondo a me abbastanza sconosciuto. Sono abituato alla prosa dove tutto è costruito molto precisamente e sai esattamente quando fare ogni movimento. Qui invece, avendo doppi ruoli nei cantanti, se non tripli, tutto questo un po’ salta perché ci sono degli appuntamenti fissi, ma spesso ognuno dei cantanti se li prende a modo suo. Io devo adattarmi costantemente, che è faticoso ma anche divertente. Immagino che i ragazzi cantanti abbiano per la testa anche altro, che per loro sia più importante il cantato. Il recitato è per alcuni un’esperienza totalmente nuova. Poi anche recitare in italiano per gli stranieri, vedo delle cose meravigliose! Non potrei mai recitare in cinese o in russo e loro hanno questa tenacia ammirevole.

Come è stato lavorare nell'Opera Studio?

Molto divertente ma con tutte le difficoltà del caso. Prima hanno fatto prove musicali e i recitati dei cantanti. Io sono arrivato quando la struttura dello spettacolo era già completa e questa è stata una novità non semplice da gestire. L’altra difficoltà, visto che non sono musicista e non so leggere la musica, è stata avere dei riferimenti musicali: “quando il violino fa quella cosa devi fare questo”. Per me il violino quella cosa la fa anche prima e pure dopo, quindi devo trovare degli appuntamenti chiari, in modo da sapere quando dovrò fare una determinata cosa.

Come creatore dell'associazione ExNovo, che vuole facilitare la collaborazione tra le varie realtà artistiche in Ticino, pensi che questa esperienza con Ticino Musica ti abbia dato dei nuovi spunti per il futuro?

Mi è sempre piaciuto lavorare con la musica eseguita dal vivo. Collaborare con musicisti che non siano solo esecutori di un brano ma che diventino parte integrante del lavoro. Far viaggiare insieme parole e musica, ognuna con i suoi spazi ma anche intrecciandosi, per creare una sorta di ottovolante, come diceva ieri uno dei ragazzi direttori, affinché lo spettatore possa avere un arco unico in cui queste due realtà si sostengono e si combattono. Con ExNovo mi piacerebbe avere un progetto con anche un’orchestra e poter giocare. Il fatto di poter sporcare, di poter creare i rumori della città con gli strumenti ad esempio, dare suggestioni. Il confronto con altre realtà artistiche permette di imparare qualcosa di nuovo, che è molto utile. Ad esempio, una delle cose più affascinanti che accadono in questo lavoro per Rita è vedere l’orchestra che prima delle repliche prova quei piccoli dettagli, “questa sera tu fai il pizzicato, tu no”. Questa cura del dettaglio mi affascina.

Mancano ancora cinque tappe della tournée, vuoi dire qualcosa in anteprima a chi vorrà venire in una delle prossime rappresentazioni?

Che si potrà assistere ad un’esperienza gioiosa ricca di giovani. Escluso me ovviamente.

 

Pubblicato su La Regione, martedì 23 luglio 2024